di Luigi D’Alessio
Moravia assiste a come Picasso
disegna in un tratto il toro.
Lo cancella.
Secondo rapido toro.
Picasso, cancella.
Quarto toro. Cancellato.
Moravia non ha tempo
per memorizzare il toro.
Avverte che è il più tauromatico
delle tauromachie.
Quinto toro. Nove.
Il decimo, l’undicesimo toro.
E ecco il toro di Picasso.
#io
Moravia è rimasto senza poter obliterare
il ricordo del quarto toro.
La bellezza ha cannibalizzato l’immagine.
Dunque non può assolutamente descrivere quel toro.
Bellissimo, rispetto al definitivo.
Il toro-toro per Alberto Moravia è il quarto,
solo perché Picasso gli ha offerto l’opinabilità
del suo mondo interiore.
Cioè ha permesso che entrasse nell’intimità del retrobottega.
#fotografiaintima
Il re chiede a Chuang-Tai
di disegnare un granchio con la rapidità
che lo ha reso famoso.
Chuang-Tai chiede cinque anni.
Passano.
Chuang-Tai chiede altri cinque anni.
Passano con esattezza dieci anni.
Chuang-Tai si presenta al re.
Apre la scatola dei pennelli.
Il servitore gli porge il calamaio.
Chuang-Tai solleva il coperchio d’argento,
sporge il collo nell’inchiostro,
intinge l’appuntito pennello
estratto dall’astuccio di seta,
e in meno di un istante disegna il più bel granchio
mai visto da re.
#oggi
Chuang-Tai, il re, il granchio, e cinque anni più cinque.
Questa Poetry Lectures sulla Rapidità, Italo Calvino
la tiene un 21 giugno nell’Aula Magna dell’Università di Harvard.
#NortonLectures
Quanto a Moravia dinanzi a Picasso,
non so se verità o mia presunta narrazione.
Fatto sta che l’attinenza del toro col granchio
è implicita. Incontrovertibile
che il toro sia nel granchio.
#fotografiaintima
(È l’identica stanza, la stessa porta che dà sullo stesso bagno,
di numerose fotografie fa. Eppure non è la stessa stanza, né la stessa porta,
che dà su una differente immaginazione del bagno.)